Ormai tante le notizie di bande di minorenni che si incontrano per risse programmate, oppure vandalizzano il centro, accerchiano e derubano del cellulare o del Monclaire altri ragazzi, sino alle ultime notizie più allarmanti. L’ agguato di un diciassettenne e le coltellate inferte a una professoressa colpevole di averlo bocciato.
Oppure sempre il ferimento grave di un coetaneo per una ragazza.
Certo è che girano con il coltello a serramanico in tasca e sono aggressivi non solo in branco. Un fenomeno un tempo circoscritto alle grandi metropoli scivolato, seguendo la cronaca, anche a Piacenza o Chivasso,
La colpa è del periodo di lockdown a causa del Covid, degli smartphone, della famiglia?
Se ne scrive molto, in un palleggio di responsabilità arbitrario. Più spesso però chiamata in causa la famiglia.
Le famiglie sono, forse, non tanto protettive quanto offese dai giudizi negativi sui loro pargoli, considerati mai individui autonomi e responsabili, ma quali appendici del decoro familiare. E’ vero?
Onestamente non lo so. Neppure la dimensione o la frequenza. La stampa assuefatta a sbattere il Mostro in prima pagina, può essere fuorviante.
Ma noi, Casa Donne, preoccupate di poter prevenire, di arrivare in tempo a trovare correttivi se non soluzioni, chiediamo a chi ha più esperienza o conoscenza diretta, di proporre un parere, di individuare percorsi.
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