top of page

Donne e Ragazze nella scienza

L’11 febbraio è la giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, per promuovere una maggiore presenza delle ragazze nello studio e nella pratica delle materie STEM (Science Technology Engineering Matematichs).

Non è un caso che in Italia le laureate sono il 16,8% mentre i laureati raggiungono il 37%, più del doppio. Un divario troppo grande ed è da chiedersi quali siano le cause.  

Certamente gli stereotipi di genere che definiscono l’uomo più logico e razionale e la donna più intuitiva ed emotiva, adatta al lavoro di cura.

Come altri   che sostengono essere importante per l’uomo, più che per la donna avere successo nel lavoro (37,4%), che   è meno adatto alle faccende domestiche (31,5%) e che, soprattutto, tocca a Lui provvedere alle necessità economiche della famiglia (27,9%).

Oppure che è compito delle madri seguire i figli e occuparsi delle loro esigenze quotidiane (20,32%).

Infine, ciliegina sulla torta, inizia già all’interno della scuola lo stereotipo che le ragazze siano meno inclini verso la matematica e la scienza (18,7%).

Ovvio quanto essi pesino, anche se   nelle fasce di età più giovani   vanno scemando.

E, sembrano essere ancora forti nelle famiglie che sono quelle che orientano le scelte scolastiche, specie   universitarie.

Interviene anche la bassa autostima delle ragazze, condizionate dagli stereotipi sociali, da quelli più banali che le inseguono dall’infanzia, tipo “sei frivola, ti piace il rosa, sei troppo emotiva, sei brava in cucina”, nell’insieme discriminanti. E poi, i loro eccesso di realismo che riguarda gli sbocchi occupazionali, il gap salariale, le difficoltà di carriera.

Del resto, durante la rivoluzione culturale del ’68 da angeli del focolare, esse stesse si erano promosse in angeli del ciclostile. 

L’ondata femminista arriva anni dopo.

E, da vero protagonista di quella stagione, fedele allo slogan “il mio privato è politico” voglio, per meglio capire, indagare il percorso personale, che investe quattro generazioni.

Circa 70 anni fa, famiglia piccolo borghese, si parlava della scelta universitaria. Premesso che i miei non hanno mai parlato di matrimonio, ma solo di lavoro per il quale, mia mamma propendeva per l’insegnamento, lettere o scienze, dove avevo i voti più alti, mio papà giurisprudenza.

Io molto incerta, ne ho parlato con il professore di filosofia, che mi ha consigliato Servizio sociale. Il carattere frammentario e combinatorio dei vari insegnamenti, tutti orientati alla pratica sociale, mi era piaciuto. Anche perché mi sembrava lontano dalla consuetudine e un po’ trasgressivo. Mai pentita.

Come generazione successiva di genitori, abbiamo lasciato piena libertà ai figli, matematica ed economia commercio.

Seguiti da una famiglia tutta Stem, perciò Chimica e biologia i gemelli, statistica l’ultimo. Ma nel frattempo era finita l’era della piena occupazione e i nipoti si sono trovati a fare i conti con il mercato.

Un mercato sempre più ostile cui, il maggiore è sfuggito seguendo la ragazza in America dove ha conseguito il dottorato e ora insegna in una università.

La gemella, scartate aleatorie start-app, ha deciso di lavorare in una azienda di cosmesi e l’ultimo, antesignano della generazione Zeta, sceglie solo lavori part time per poter dedicare tempo   alle sue passioni, sci alpino e arrampicata.

L’ultimo ramo di questa genealogia ha 5 anni vive in Kentucky e, si divide tra principesse e cheerleader, danza e ginnastica artistica, totalmente bilingue.

E, chissà se nel futuro si realizzeranno i “diritti inalienabili alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità” che, dal 1775, troviamo scritti nella dichiarazione d’indipendenza del suo paese.

 

Dalla rivisitazione di un passato di più generazioni non c’è dubbio che nelle scelte di un futuro universitario giochino residui di stereotipi, condizione economica, affetto e invadenze, risultati scolastici -o meglio, tipo di scuola, ruolo e personalità degli insegnanti-, desideri e interesse dei ragazzi, orizzonte occupazionale.

Aggiungo, di mio, che il “perseguimento della felicità” mi sembra importante, anche se nessuno ne parla.

Invece è un obiettivo forte perché permette di abbattere gli stereotipi e, ai giovani che si trovano incastrati in ruoli anacronistici di liberarsene, attenti solamente a sé stessi e alle proprie attitudini.

 

In ultima analisi, Stem per le ragazze e, perché no, letteratura per i ragazzi. Si chiama diritto alla scelta.   

 

 
 
 

Comments


Due giornalisti

Se ti trovi in una situazione di emergenza, hai subito violenza e hai bisogno di assistenza medica immediata, chiama subito il **112**.

 

Puoi anche contattare il **Numero Nazionale Antiviolenza e Stalking: 1522**.

 

Questo servizio è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7,

e ti fornirà supporto psicologico e giuridico.

  • Facebook

Contatti

segreteria@casadonneivrea.it

I nostri servizi e supporto sono solo su appuntamento.

IVREA

PIAZZA PIERO MASCAGNI 11 

MEETING POINT

10015 Ivrea (TO)

CUORGNE'

PIAZZA MORGANDO 8

10082 CUORGNE' (TO)

SALASSA

PIAZZA UMBERTO 15

10080 SALASSA (TO)

TELEFONO CELLULARE
bottom of page