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In Afghanistan la lotta contro il genere femminile prosegue senza pietà.

segreteria318

L’ultima decisione del regime annunciata alla fine dell'anno scorso prevede che i muri dei palazzi residenziali che si affacciano sui suoi spazi pubblici siano senza finestre. Evidentemente fatto che le donne siano chiuse in casa non basta più: devono diventare invisibili.

 Fin dal loro ritorno al potere nel 2021 i talebani non hanno mai smesso di attaccare i diritti fondamentali delle donne: private del diritto all'istruzione ed estromesse dal mercato del lavoro.

 Una legge dello scorso anno ha portato a livelli assurdi la cancellazione della presenza femminile dagli spazi pubblici con il divieto di cantare o di leggere a voce alta; è stato poi vietato alle donne di recitare il Corano in presenza di altre come se la preghiera di gruppo possa costituire una minaccia.

 La denuncia di questo orrore non può arrivare solo dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e dai governi occidentali la cui credibilità si è ormai sgretolata a forza di compromessi tra i valori che pretendono di difendere e i loro interessi.

I talebani, a capo di un governo che non è stato riconosciuto da nessun paese, dopo il loro ritorno al potere sembrano convinti che il tempo giochi in loro favore. Subordinare i principi alla realpolitics è una scelta miope: in questa guerra contro le donne è in gioco il destino del paese. Difficilmente potrà uscire dalla situazione di sottosviluppo in cui è sprofondato se continuerà a sottoporre metà della sua popolazione ad una battaglia di genere impedendo che possa contribuire alla sua rinascita ..

A giugno scorso le nazioni unite avevano accettato la richiesta dei Taliban aprendo in Qatar delle trattative da cui però sono stati esclusi i rappresentanti delle società civile afgana compresi alcuni movimenti per la difesa dei diritti delle donne.

Il  dialogo ad oggi febbraio 2025 non sta producendo alcun risultato E quindi che fare??

Non smettiamo di dissentire, di protestare e partecipiamo a tutte le iniziative che sappiamo essere rivolte ad aiutare la popolazione femminile in Afghanistan e chi la sostiene .


Per dare voce e dignità alla figura femminileSapori Reclusi sceglie di presentare un nuovo progetto R-Women Afghanistan, nuovamente incentrato sulle donne: per illuminare attraverso l’arte una verità ignorata o scomoda da vedere, per continuare ad alimentare il dibattito sulla condizione femminile nella società contemporanea.



R-Women Afghanistan vuole raccontare i cambiamenti che ha subito la società afghana negli ultimi decenni, e lo fa attraverso una serie di reportage e lavori fotografici realizzati da artisti internazionali, che ritraggono le donne afghane nella loro vita quotidiana. Un quadro perennemente mutevole, in cui si specchiano le differenti libertà, di volta in volta perse e acquisite nel corso degli anni, fino alle ultime immagini che lasciano nel cuore il timore per gli sviluppi futuri.

Il progetto, come una vera testimonianza, viaggerà in Italia ed in Europa; per ottenere la massima visibilità e diffusione di questo lavoro di sensibilizzazione saranno organizzati dibattiti con attivisti ed eventi culturali dedicati alla conoscenza della cultura e del mondo arabo.

Inoltre, saranno previsti incontri nelle scuole, per portare ai ragazzi la testimonianza viva di queste donne, per sottolineare l’importanza delle libertà individuali, della parità di genere e del riconoscimento da parte dei governi democratici dei diritti di tutte le donne.

L’obiettivo del progetto è sensibilizzare la società sull’importanza della cittadinanza attiva e consapevole attraverso il confronto con una realtà distante, avvicinando le persone al concetto di emancipazione femminile attraverso la presa di coscienza della privazione dei diritti.

Parteciperanno fotografi di fama internazionale, alcuni afghani, alcuni esuli afghani, alcune donne esuli afghane, alcuni iraniani ed un italiano, tutti accomunati dalla volontà di testimoniare attraverso la propria produzione artistica l’isolamento discriminato e le ingiustizie sociali.


L’esposizione fotografica comprende una settantina di immagini Fine Art35x50cm montate su cornici a cassetto bianche. Le opere di ogni autore saranno affiancate da una presentazione del proprio progetto in modo analogico e digitale.

Il primo febbraio scorso è stata inaugurata la  mostra presso l’ECOMUSEO DEL FREIDANO A SETTIMO TORINESE

Ogni fotografo presenta la propria serie di immagini, offrendo il proprio punto di vista narrativo sulla realtà delle donne afghane; la presenza di fotoreporter afghane, attiviste per i diritti delle donne, dona una prospettiva autentica e diretta sulla realtà attuale.

La mostra vuole essere una testimonianza del potere delle immagini e della narrazione per promuovere la consapevolezza e spingere verso una maggiore equità e uguaglianza di genere.

Proposito del progetto è raggiungere il maggior numero di visitatori possibili garantendo il più possibile a tutti l’accessibilità, provando a superare le barriere sensoriali, culturali e linguistiche con l’ausilio della tecnologia.

Quindi andate a vederla e diffondete il più possibile

Grazie

 
 
 

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