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Perché amo le statistiche

Perché sono lo studio quantitativo e qualitativo di un segmento di realtà che permette di arrivare ad una opinione oggettiva e riflessiva, certo un antidoto del pregiudizio.

 

Ho curiosato dunque, andando a esplorare i dati sugli omicidi che, negli ultimi due anni tendono a diminuire. Nel 2023 nella fascia 18-40 sono il 35%   e tra   under 18, il 4%.

Ma nel 2024 si registra un fenomeno preoccupante, se la prima fascia resta quasi uguale 34%, quella degli under 18 si triplica, 11%.

 

Sono i minorenni, i ragazzi che compiono reati ascrivibili non solo a risse, percosse, lesioni gravi, atti vandalici, bullismo.

Le vittime più frequenti i coetanei, per futili motivi…

Armati di coltello, non comprendono la gravità delle loro azioni, che anzi riprendono con il telefonino per diffonderle sui social, come scampi virtuali. 

Una forma di deresponsabilizzazione degli eccessi compiuti che provoca il sorgere di comportamenti emulativi.

Non so quali fattori siano le cause, tranne che si tratta di un fenomeno sociale cui non sono sufficienti i provvedimenti repressivi del decreto Caivano, oggi legge 159/23.

 

Altro fenomeno sociale che ho voluto indagare nella sua gravità è il rapporto numerico tra le vittime di omicidi, uomini e femminicidi.

Nel 2023 si sono verificati 334 omicidi, di cui 217 uomini e 117 donne…

Di fatto 88,9 % le vittime maschili 80,6% le donne.

Il 94% delle donne italiane è vittima di italiani, il   43,8% delle donne straniere è vittima di connazionali. Ossia all’interno delle mura domestiche da partner (compagni, conviventi fidanzati) oppure dagli ex che non accettano le separazioni, abbandoni, indipendenza.

Andando dietro nel tempo, il rapporto nella sua gravità numericamente non cambia, oscilla dal 40-50%.

In ultimo, comprovato dalle nostre utenze, il rischio di restare vittime cresce con l’età e il contesto è quello prevalentemente familiare/affettivo, il 55%

(dati Istat 2024)

  

Fenomeni sociali, non casi isolati, raptus individuali da affrontare in forma integrata dando voce alle competenze di psicologi, sociologi, associazioni femminili e di genitori, non solo al ristretto pensiero dei Nordio, Roccela e Valditara.

Basta dire se non ora quando.

Non c’è più tempo.

 
 
 

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